Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il divenire della critica

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Dorfles, Gillo 50 occorrenze

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Ritengo che - rispetto all’immediato passato (il passato della pittura informale, postcubista, surrealista) - l’attuale periodo artistico costituisca

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riallacciare direttamente o indirettamente all’influsso esercitato dalle grandi tele monocrome create da Fontana nel periodo attorno al 1950.

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», «volti», rimangono tuttavia quanto mai ambigui e costituiscono una sorta di controfigura all’ambiguità «cosmica» dei fori e dei tagli.

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giorni; e come tale non deve essere deprecata: l’opera d’oggi molto spesso è più prossima all’accadimento, allo happening, all’evento, allo

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invaso del Guggenheim resulta del tutto improprio al suo compito: da presso lo spazio manca, da un capo all’altro del diametro d’ogni girone lo

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, tutto sommato, in confronto all’enorme sviluppo che questo genere di studi ha assunto nei riguardi dell’opera letteraria, cinematografica, e persino

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presenti come Sachen selbst, come cose in sé, cariche di quella cosalità - di quella choseité - che non consente trasferimenti affidati all’equivoco

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al «bel colore», all’impasto, al gusto della materia in pittura, alle patine, alle corrosioni, alle ruggini, in scultura. Lo straccio e il catrame di

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solo in Italia ma nel resto del mondo? Forse all’abolizione totale d’ogni opera «dipinta» e «scolpita» secondo i canoni tradizionali?

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Degli artisti invitati quasi tutti risposero in maniera ineccepibile all’assunto che gli era stato affidato; e soltanto pochi non ebbero la

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Non è, dunque, sopprimendo volontariamente o tentando di sopprimere l’oggetto artistico o sostituendo all’artista l’«operatore formale» che si giunge

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Ebbene è proprio questo Urteil, questa necessità d’un giudizio attorno all’opera d’arte, che è venuto spesso a mancare di recente e che oggi si

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or sono vide il trionfo dell’arte gestuale, segnica, informale, dell’action painting, di tutte quelle forme ancora legate all’azzardo ed alla

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Un esempio che mi sembra sintomatico di questo interferire tra arte e attuale condizione della nostra civiltà si ha in un recente volume dedicato all

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- audiovisive, di situazioni dove l’elemento plastico viene a costituire un controaltare all’elemento acustico, musicale o soltanto sonoro.

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, bensì l’azione in divenire, ma cristallizzata, che potremmo paragonare all’operazione chimica o - se fossimo in vena di reminiscenze medievaleggianti

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nella recente mostra di Valentina Berardinone all’Ariete.

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tentativi di dripping italiani o tedeschi erano giochi da bambini se paragonati all’irruenza, alla foga, all’arroganza di quelli americani. Si pensi ai

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Nell’ordinare questa mostra all’Ostwall Museum, perciò, ho creduto preferibile di limitare la mia scelta a quegli artisti che - pur essendo tra gli

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neocostruttivismo, all’op art e all’arte programmata; e quello della pop art e della «nuova figurazione».

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programmata e oggettuale sia all’aspetto dissacrante ma beffardo della pop art; e intendo riferirmi a quella corrente che, di recente, è stata definita

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parcellari e soprattutto individuali, non fa certo specie. È la reazione logica e prevedibile all’ipermeccanicismo, all’iperazionalismo, all’eccesso di arte

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video-nastro - l’artista s’affida sempre di più all’estemporaneità del gesto, all’espressività del corpo, all’efficacia - appunto fàtica e conativa

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della creatività umana. Purtroppo, quasi sempre, le speranze (o le illusioni) degli artisti e degli studiosi si sono arenate di fronte all’irrazionale

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’allora, avrebbe pensato all’eventualità di un’arte creata sulla base di eterocliti accostamenti oggettuali. Se l’elaboratore avesse lavorato partendo da

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più a fondo s’è interessato all’arte elettronica e che ha organizzato all’Ica di Londra nel 1969 la grande mostra «Cibernetic Serendipity» dove erano

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, talvolta con ingenuità talvolta con arroganza delle ricerche che mirano a ricondurre il fatto artistico all’esattezza e all’attendibilità di quello

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Il passaggio dall’idea al segno, e dal segno all’idea, è una delle peculiarità di molte di queste opere.

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ricondurre al progetto senza oggetto, ossia all’ideazione dell’elemento progettuale che non giunge, e addirittura non intende giungere, sino alla

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Parlando tuttavia di «crisi dell’oggetto» intendo qui riferirmi non solo all’oggetto «artistico», ma anche all’oggetto industriale e, in genere, a

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. Sostituire all’oggetto un’azione, un comportamento, una situazione è stata un po’ la grande aspirazione di molti artisti concettuali in questi ultimi due o

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Questo mi sembra uno dei punti più cruciali di tutto il discorso attorno all’«universalità» del linguaggio artistico (o almeno d’una relativa

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pensiero filosofico spesso può svilupparsi ed evolvere anche in assenza d’ogni suo riferimento all’universo artistico: se esiste un versante estetico del

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Infatti - per tornare all’incontro con l’arte e l’architettura maya e azteca - c’è un altro fatto che si verifica qui mentre non si verifica nell

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permettono di contrabbandare alcune espressioni artistiche da una categoria all’altra.

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Per tutte queste ragioni possiamo facilmente ipotizzare come in un prossimo futuro si verrà a dare maggior peso all’aspetto dell’invenzione che a

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Queste opere povere - autenticamente povere, e non falsamente povere per costare di più - potranno forse permettere all’uomo di riconquistare un suo

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e Barth), mentre all’astrattismo lirico potremo ascrivere un Rollier, e un Berger.

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Il discorso non regge invece per il padiglione inglese dove quest’anno è presente - accanto all’ottimo ma ormai cristallizzato incisore Hayter - un

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, dunque, l’aver restituito all’arte visuale una componente conoscitiva e razionale non deve essere deprecato, e può anzi giustificare molte delle

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narrativa ispirata all’immagine di elementi che oscillano tra un’organicità naturale e un’artificialità umanizzata, e dalle quali solo in apparenza si

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Biennale. E intendo riferirmi all’opera d’un pittore come Burri (e in parte come lo spagnolo Muñoz, e come quelle dello scultore jugoslavo Džámonja, o

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primi accenni all’attuale arte cinetica quale oggi viene considerata. Anzi, ritengo che sia opportuno di mantener distinto tutto il settore delle «opere

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apparivano forme retinate dovute all’incontro di fogli di gomma in movimento dietro una superficie forata.

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superficie ha creato, in seguito all’azione di magneti retrostanti alla superficie, dei percorsi irregolari di notevole efficacia plastica. Un altro

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all’oggetto.

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Negli ultimi anni abbiamo assistito nel campo dell’arte (e qui mi riferisco soprattutto all’arte figurativa) a notevoli e curiosi sovvertimenti: sono

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Italia e all’estero). Se mi sono deciso a pubblicare questi miei vecchi e recenti saggi critici è stato per tre ragioni essenziali: 1) perché molti

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nelle sue formulazioni, soprattutto nel nostro paese, ma anche all’estero.

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«arte», e presenza di valori costitutivi della cultura d’un popolo, d’una nazione; dunque di quegli elementi, non solo legati all’effimera moda o all

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